La supply chain dei diamanti

Ogni anno vengono estratti circa 130 milioni di carati di diamanti grezzi, di cui circa il 70% ha le qualità per diventare una gemma. Di questi il 20% deriva da miniere artigianali.
L’industria dei diamanti è dominata dai giganti ALROSA e De Beers, cui fanno capo più della metà delle vendite annuali.

Dopo che i diamanti sono stati estratti, vengono generalmente esportati  nei “trading hubs” (i più grandi sono Dubai e Anversa), dove vengono raggruppati in "parcels" per forma, colore, dimensioni e carati. Vengono venduti molteplici volte prima di essere inviati ai tagliatori e lucidatori. Possono addirittura essere spostati, sia grezzi che semilavorati, attraverso diverse giurisdizioni prima di venire finalmente acquistati e utilizzati in dei gioielli. In questo sistema la tracciabilità è persa fin quasi dall’inizio.

Almeno il 70% delle pietre è tagliata e lucidata in India, soprattutto per via della mano d’opera a bassissimo costo,  il 20% in Cina. 
Solo a questo punto i diamanti cominciano ad affacciarsi sul mercato.

Le compagnie di estrazione generalmente non rivelano la miniera di origine dei diamanti che vendono - e come potrebbero, in un sistema così composto?

Per esempio, sia De Beers che ALROSA aggregano i diamanti da diverse miniere prima di inviarle ai loro tagliatori.

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